




Legge crudel, che al debile
Il forte sesso impone,
Ci fa l’amore e il talamo
Di servitù ragione:
Nata all’impero, apprendere
Io l’obbedir non vo’!…
LA NOSTRA STORIA
Il Conservatorio di Como da cinque anni dedica grande impegno al teatro musicale, progetti sempre nuovi che valorizzano l’attività didattica di centinaia di studenti, con un’esperienza teatrale e musicale completa, e ampliano il panorama teatrale italiano con un’intensa attività di ricerca su opere non appartenenti al grande repertorio.La scelta è stata di riscoprire un repertorio inusuale in Italia, non solo a Como, producendo con le proprie risorse Procedura Penale di L. Chailly, La Belle Hélène di J. Offenbach, La Rondine di G. Puccini e Ascesa e caduta della città di Mahagonny di K. Weill. A conclusione di questo ciclo di ricerca, nell’ottobre 2025, verrà allestita in prima esecuzione moderna l’opera Turanda di Antonio Bazzini.
CASTA DIVA
La nostra attività di ricerca nel 2025 si inserisce nell’operazione Casta Diva, un progetto di promozione della ricerca artistica sulle figure femminili nel teatro musicale italiano, realizzato da diverse istituzioni italiane di formazione superiore e finanziato dal programma NextGenerationUe e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
TURANDA
Il lavoro, iniziato dalla riscoperta del manoscritto di Turanda, ha come obiettivo la valorizzazione di questa opera andata in scena una sola volta al Teatro Alla Scala nel Carnevale del 1867.
L’interesse si focalizza intorno alla singolarità della figura femminile costruita da Antonio Bazzini: una giovane donna che, combatte sola contro tutti, un sistema sociale che la vorrebbe nient’altro che moglie e madre. Un’eroina d’opera, straordinariamente moderna rimasta per anni sepolta in una biblioteca.
Il progetto si articola in una serie di spettacoli, conferenze, concerti volti a una riflessione musicale, storica e filosofica sul ruolo del femminile nell’opera lirica, e sull’importanza di riportare alla luce testi perduti, che danno una luce diversa al repertorio usuale.
DAL MANOSCRITTO ALLA SCENA
Composta da Antonio Bazzini su libretto di Antonio Gazzoletti fu messa in scena al Teatro alla Scala il 13 gennaio 1867. La storia è tratta dal dramma Turandot di Carlo Gozzi,
Turanda è l’unica opera teatrale di Bazzini, compositore apprezzatissimo nell’ambito della musica strumentale, e in particolare della scrittura violinistica e per quartetti. Il soggetto dell’opera è il medesimo che sarà poi d’ispirazione anche della più acclamata opera incompiuta di Puccini (che proprio di Bazzini fu allievo di composizione), ed è dedicata al modernissimo (per l’epoca) personaggio di Turanda che rifiuta categoricamente qualsiasi dettame possa essere in contrasto con il suo essere donna.
Dopo un tiepido debutto, criticato sulla stampa dell’epoca, l’opera cadde in totale oblio e non viene più rappresentata: tutto il materiale manoscritto inizia un misterioso peregrinare dall’archivio personale bazziniano, per poi ritrovarsi donato alla Società dei Concerti di Brescia. Ne segue la “strana” sparizione proprio dei 4 volumi autografi, ricomparsi anni dopo negli scantinati del Conservatorio di Milano. Altrettanto fortunoso il ritrovamento dello smarrito libretto originale con le annotazioni manoscritte di regia proprio della prima rappresentazione scaligera.
Tanti segnali di ritrovamenti sono di buon presagio per una nuova riscoperta dell’opera che vedrà la sua prima nuova messa in scena in età moderna il prossimo 26 ottobre al Teatro Sociale di Como con una produzione del Conservatorio di Como, e con replica al Teatro Lirico di Milano.
Il M.o Marco Emilio Camera, docente e direttore della Biblioteca del Conservatorio di Como, terrà un intervento dal titolo Before “Turandot”: Rediscovering the Opera “Turanda” by Antonio Bazzini, from Manuscripts to the Stage che si terrà a Salisburgo mercoledì 9 luglio 2025 durante il prestigioso convegno della IAML (International Association of Music Libraries).
I manoscritti saranno i protagonisti anche dei due incontri di settembre:
– il 1° ottobre alle 15 presso il Conservatorio di Brescia
– il 3 ottobre alle 15 presso la Biblioteca Braidense di Milano
durante i quali saranno presenti anche il Direttore d’orchestra Bruno Dal Bon, la regista Stefania Panighini e il Direttore del Conservatorio Vittorio Zago con il curatore dell’edizione critica per Casa Ricordi Antonio Moccia.
Bazzini è nato a Brescia, qui compose Turanda e donò alla Società dei Concerti di Brescia tutto il materiale manoscritto autografo che poi è confluito alla Biblioteca del Conservatorio cittadino. Il M.o Camera ripercorrerà le curiose vicende del lascito, fino all’edizione critica curata da Antonio Moccia, che sarà edita da Casa Ricordi. Sarà possibile visionare il ricco materiale manoscritto originale, le bozze e le copie della prima rappresentazione.
Il legame di Bazzini con Milano è dato dalla sua attività di docente presso il Conservatorio di Milano dove insegnò composizione e del quale fu anche direttore. Proprio al Conservatorio di Milano è giunto, attraverso casuali e misteriose vicissitudini, l’intero manoscritto autografo bresciano di Turanda, ritrovato pochi anni fa. La Biblioteca Nazionale Braidense, prestigiosa eccellenza bibliotecaria italiana nel cuore di Milano, a due passi dalla Scala, è anche sede dell’Archivio storico Ricordi, l’editore che acquisì poi l’intera casa Lucca, ovvero dell’editore impresario milanese che all’epoca deteneva i diritti di Turanda e ne aveva pubblicato il libretto.
L’Accademia di Belle Arti di Brera inoltre è partner del progetto poiché ne cura la realizzazione delle scenografie e dei costumi.
Eventi
Eventi organizzati dal Conservatorio di Como aspettando la messa in scena dell’Opera Turanda di Antonio Bazzini il 26 ottobre 2025 al Teatro Sociale di Como
Note di regia a cura di Stefania Panighini
Il problema della società è una donna, il problema della donna è il suo utero.
Turanda è un’azione fantastica con radici lontanissime, che si fondono e confondono tra leggende indiane del primo secolo e la Commedia dell’Arte di italica memoria: tutte narrano di una donna straordinaria, capace in alcune versioni di combattere fisicamente molti uomini insieme, in altre invece di batterli per acume intellettuale.
Turanda è una ragazza straordinaria, non ancora una donna!
Una ragazza che vive in un mondo di uomini adulti, un mondo sociale e soprattutto religioso, costruito su regole millenarie in cui le donne – lo sappiamo bene – non accedono al potere, ma generano uomini, che prendono il potere.
La ragazza straordinaria si rifiuta di rientrare nell’ordinario, si rifiuta di essere semplicemente un mezzo di riproduzione per garantire la discendenza, rifugge l’idea di essere semplicemente… un utero con un corpo intorno.
Fino a qui tutto bene, sembrerebbe anzi che Bazzini e Gazzoletti fossero dei baluardi del femminismo ante litteram, uomini ottocenteschi con visioni da nuovo millennio, e invece no.
Turanda è una ragazza, è giovane e non ha mai conosciuto l’amore, anzi lo rifugge caparbiamente, ma quando lo incontra (l’amore) esso l’ammansisce, la cambia e – seppur a fatica – la vince: il romanticismo sembra sostituirsi al femminismo, il sentimento vincere sull’ideale.
A una prima cocente delusione, per non poter cavalcare Turanda, come un baluardo della parità di genere del diciannovesimo secolo, segue una meravigliosa epifania, scoprire cioè che Turanda racconta esattamente quello che siamo tutt¶: una geniale coesistenza di regole morali e cedimenti, di forti propositi razionali e insinuanti e seducenti crisi irrazionali, un crogiolo di forze e debolezze, di maschile e femminile, di contrari che si trasformano in complementari e viceversa.
Il teatro diventa un utero che partorisce una donna.
L’opera è la gestazione di una ragazza caparbia, che si trasforma in una donna complessa e compiuta, metafora dell’umanità che ancora oggi tutti vorremmo.
Casta Diva è un progetto finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU – con le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Missione 4: ISTRUZIONE E RICERCA
Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università
Una produzione del Conservatorio “G. Verdi” di Como all’interno del progetto Casta Diva (finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU – con le risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)
Soggetto Capofila Conservatorio A. Vivaldi di Alessandria
Titolo del Progetto: Casta Diva: an international Research and Production Digital Platform on Women in Italian Musical Theatre
Codice CUP: F31B23000450006
Soggetto attuatore: ISTITUTO DI STUDI SUPERIORI MUSICALI (ISSM)
Conservatorio “G. Verdi” di Como
Conservatorio “A. Vivaldi” – via Parma, 1 – Alessandria: Capofila del progetto Casta Diva
Obiettivo principale dell’operazione: Promuovere il patrimonio culturale artistico e musicale italiano all’estero attraverso la creazione di un hub digitale multilingue che compili i risultati di natura scientifica, ipertestuale e multimediale – delle attività collaborative di produzione artistica e di ricerca svolte dalle istituzioni partner sui temi specifici legati alle figure femminili nel teatro musicale italiano.
