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Saranno un gruppo di allievi del Conservatorio “Verdi” di Como gli ospiti della prossima puntata di “Nessun dorma”, in onda su Rai5, lunedì prossimo 12 ottobre alle ore 21:00. Il programma, condotto da Massimo Bernardini e giunto alla quinta edizione, è confezionato secondo una ricetta sottile, dove si mette in dialogo la musica di qualità e si fanno parlare tra loro i mondi diversi di classica, jazz, pop, rock, in confronto tra generazioni. Registrato negli studi Rai di corso Sempione, a Milano, “Nessun dorma” ospitava negli scorsi anni grandi artisti e studenti, a stretto contatto. Ma le misure di emergenza anti-Covid hanno posto un freno anche a questi assembramenti. Perciò il programma é stato rimodulato, e la partecipazione dei giovani è stata costruita a distanza, in collegamento attraverso le piattaforme della comunicazione online. Il limite si é trasformato tuttavia in una opportunità, perché per la prima volta – in maniera sistematica – le telecamere della Rai entreranno (seppure in forma virtuale) in un’aula di un Conservatorio, a rotazione, tra i diversi Istituti di alta formazione.

Ad aprire la cordata, sperimentale, ma assai efficace, è stato proprio il Conservatorio di Como (nelle prossime puntate lo seguiranno poi Perugia, Palermo e Torino). Lunedì ne vedremo in TV, radunati nella bella aula organo, un piccolo gruppo di allievi, adeguatamente distanziati – onde ottemperare alle regole di sicurezza – e in fresco e vivace dialogo col conduttore, Bernardini, noto al pubblico televisivo per il programma “TV talk”, ma anche grande appassionato di musica. Ospite principale della puntata sarà il pianista jazz Danilo Rea, affiancato dal cantautore Cristiano Godano. Non ci saranno naturalmente solo parole, ma anche musica. E tra i brani scelti nella puntata, chiuderà in bellezza Anna Ratti, ventidue anni, di Lecco, talento tra i più promettenti del Conservatorio di Como. Allieva della classe di Maurizio Saletti, fresca di Laurea magistrale a pieni voti e con lode, Anna eseguirà un brano per flauto solo, evocativo e virtuosistico, dal titolo “Bergère captive”, composto negli anni Venti del Novecento dal francese Pierre-Octave Ferroud.

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