Programma
I responsori della Settimana Santa, nella loro codificazione tridentina, facevano parte dell’Ufficio delle Tenebre, una liturgia propria del giovedì, del venerdì e del sabato antecedenti la Pasqua, che anticamente si svolgeva nelle prime ore dopo la mezzanotte, per poi essere anticipata alle sere del mercoledì, del giovedì e del Venerdì Santo. La denominazione di “Ufficio delle Tenebre” faceva riferimento sia al momento del giorno in cui tale ufficio si svolgeva sia all’oscurità spirituale legata alla passione e alla morte di Cristo. La liturgia prevedeva una serie di elementi di tipo drammatico e rappresentativo. Veniva utilizzato un candeliere particolare chiamato saetta, su cui venivano poste quindici candele; ognuna di queste veniva spenta dopo ogni salmo, mentre la quindicesima, dopo il canto del Benedictus, non veniva spenta, ma veniva portata accesa dietro l’altare, lasciando la chiesa nell’oscurità, ad indicare il dolore universale per la passione e la morte di Cristo. A quel punto l’officiante batteva per terra con un bastone e i fedeli entravano nella rappresentazione facendo anch’essi strepiti e dando origine al cosiddetto terremoto.
Durante la funzione religiosa, i responsori, che nella liturgia romana sono una antica forma salmodica consistente in un versetto cantato dal solista alternato con la risposta del coro, venivano intonati mediante cantus firmus, mentre altre parti erano recitate; le parti cantate in canto gregoriano offrirono l’ispirazione a diversi compositori per nuove scritture polifoniche, in particolar modo dal secolo XVI sino al XVIII. Tra essi ci fu proprio Alessandro Scarlatti, il quale, nell’anno 1708 ca., diede vita ai suoi celebri “Responsori per la Settimana Santa” per quattro voci miste e Basso Continuo. La familiarità di Alessandro Scarlatti con il genere dell’opera, era infatti uno dei maggiori operisti del suo tempo, dona ai Responsori un profondo taglio retorico; la musica descrive con la melodia e la particolare armonia i momenti della Passione di Cristo: dalla sofferenza angosciosa nel Getsemani si passa ai concitati momenti della cattura e del processo, il dolore della Passione trova sfogo nella disperata rassegnazione del sepolcro.
L’unica copia dei responsori della Settimana Santa attribuiti a Scarlatti è contenuta nel famoso manoscritto 443 dell’Accademia Filarmonica di Bologna in cui sono rilegati insieme ai responsori anche alcune lamentazioni e undici mottetti riuniti nella generale dicitura di “Mottetti per la Quaresima”.
Davide Dell’Oca
Responsori per il Giovedì Santo di Alessandro Scarlatti (1660 – 1725)
- In monte Oliveti
- Tristis est anima mea
- Ecce vidimus eum
- Amicus meus
- Judas mercator pessimus
- Unus ex discipulis
- Eram quasi agnus
- Una hora
- Seniores populi
Esecutori
Schola Cantorum del Conservatorio di Como
Davide Dell’Oca, maestro del coro
KOE Ensemble e Schola
Satomi Hotta, maestro del coro
Elijah Daguin, organo
Antonio Eros Negri, direttore