Il 29 settembre 2023 alle ore 18:30 Villa Olmo ospiterà Narrar suonando evento singolare e inatteso all’interno del quale si esibiranno i maestri Vittorio Zago, Direttore del Conservatorio di Como, e Carlo Balzaretti, ex direttore del Conservatorio di Como e oggi Direttore del Conservatorio di Gallarate.
Vittorio Zago interpreterà alcuni dei brani più introspettivi e incisivi della letteratura italiana moderna e contemporanea degli autori Luigi Pirandello e Luigi Malerba che affrontano il tema dell’alienazione mentale e delle fobie dovute al (mancato) riconoscimento o alla perdita della propria identità personale. L’alienazione è il tema scandagliato non solo clinicamente ma anche artisticamente dalla letteratura di questi due autori che lo utilizzano anche come mezzo atto a indagare il profondo dell’animo umano, per conoscersi e conoscerlo attraverso le pulsioni e le reazioni più recondite della personalità. I brani sono ornati da atmosfere musicali cangianti interpretate da Carlo Balzaretti che al pianoforte accarezza stilemi propri della tradizione classica e jazz, ma anche la produzione contemporanea e vocaboli estratti dalla musica leggera.
Programma
L. Malerba – Le amicizie difficili *
J. Brahms – Sarabanda n.1
L. Malerba – Quei due esibizionisti *
E. Satie – Gnossienne n.1
L. Pirandello – La carriola **
F. Mendelssohn – Lied ohne Worte op. 67 in si minore
L. Malerba – Il magnifico truffatore *
M. Ravel – Le jardin fèerique da “Ma mère l’oye”
* da Testa d’argento di Luigi Malerba (Ed. Mondadori)
** da Candelora di Luigi Pirandello (Ed. Mondadori)
Voce recitante: Vittorio Zago
Al pianoforte: Carlo Balzaretti
Note introduttive
Le atmosfere musicali di un pianoforte che accarezza stilemi propri della tradizione classica e jazz, ma anche la produzione contemporanea e vocaboli estratti dalla musica leggera si alternano e si sovrappongono ad alcune letture che a diverso titolo hanno affrontato i temi dei vari stadi con i quali la mente umana si confronta. Stadi che possono essere individuati non solo nell’alienazione mentale e nelle fobie del (mancato) riconoscimento della propria identità personale, ma anche nel gioco elucubrativo, squisito e paradossale, del perseguire un discorso rigorosamente logico, e nelle varie irrequietudini che, in entrambi i casi, ne derivano a livello comportamentale. L’intreccio fra la finzione delle vicende narrate, la realtà dei due protagonisti e le trasformazioni in cui essi liberamente accettano di immergersi – grazie a quel particolare luogo intriso di magia che è il palcoscenico – si muove in un ambito angusto i cui confini sono difficilmente identificabili così come arduo è affermare con precisione quale condizione si manifesti. Ma la ristrettezza e l’indeterminatezza di tale ambito – sospeso fra una sana pazzia e una pazza sanità e da queste alimentato – rivela esuberanti prospettive comunicative ed esistenziali, inattese quanto veritiere proprio in virtù della loro improbabile e improponibile natura, priva di quelle opprimenti regole artificiosamente confezionate per una reiterata convivenza sociale. Nessuna ricerca di apparenti equilibri e serena accettazione delle differenti configurazioni che la nostra personalità può assumere, non corrodono gli aspetti visibili del nostro essere, consentendo posizioni deontologiche che ad un primo approccio parrebbero perdute e dimenticate, ma che, a contrario, hanno un’opportunità sincera di manifestarsi ed affermarsi nei loro intimi dettagli. Pur nella seriosità dello scherzo (o nell’ironia di uno spettacolo serio) la finzione rischia di essere considerata realtà e quest’ultima si rivela nella sua estrema fragilità così come ci spiega Il magnifico truffatore sollevando dubbi e angosce in chi assiste all’intrattenimento il quale, disorientato dalla situazione ormai depauperata dai confini del vero, non può che domandarsi – come scrive L. Malerba ne Le maschere, ed. Mondadori – se “a volte le cose sono come mostrano di essere e le apparenze coincidono con la verità”.
Vittorio Zago