Attraverso musica d’insieme si propone un percorso aperto a tutti gli studenti dedicato in particolare all’improvvisazione ed all’interazione sul palco.
Fabrizio Bosso
L’incontro con la musica era già scritto nel suo patrimonio genetico, data la presenza di alcuni musicisti in famiglia, ma è in particolare il padre Gianni, trombettista non professionista, a trasmettergli l’amore per il jazz. Fabrizio Bosso ha soli 5 anni quando comincia a suonare la tromba e a 15 si diploma al Conservatorio di Torino. Dotato di una tecnica strumentale ineccepibile e di un lirismo capace di far risuonare le corde più profonde nell’anima di qualsiasi ascoltatore, ha sviluppato la sua crescita artistica e la sua carriera confrontandosi con tutti i generi musicali, pur rimanendo sempre fedele alla propria radice jazzistica.
Negli anni sono stati molti i dischi incisi, sia in qualità di leader che in veste di special guest. Numerose sono state le formazioni con le quali ha percorso un tratto di strada, più o meno lungo, arricchendo ad ogni passo il proprio linguaggio e la propria ispirazione.
Sempre desideroso di nuove esperienze e nuovi incontri ha arricchito il suo linguaggio e la sua ispirazione collaborando con innumerevoli colleghi musicisti italiani e con molte icone del jazz internazionale (Gianni Basso, Enrico Pieranunzi, Rosario Giuliani, Rita Marcotulli, Enrico Rava, Charlie Haden, Carla Bley, Diane Reeves, Dee Dee Bridgewater, Maria Schneider… ), con star del pop come Claudio Baglioni, Zucchero, Renato Zero, con importanti orchestre come la London Symphony Orchestra o l’Orchestra della RAI di Torino, così come con alcuni giovani talenti, sostenendoli e dando loro opportunità e visibilità.
Rigoroso e instancabile si esibisce nei palchi di tutto il mondo, portando con sé una grande ricchezza melodica e la cantabilità tutta italiana, che unita alla profonda conoscenza della tradizione afroamericana e alla costante attenzione a tutto ciò che di nuovo si muove sulla scena musicale internazionale, rende il suono della sua tromba unico e immediatamente riconoscibile.
Senza mai rinunciare ad affrontare nuove esperienze, e mantenendo la consapevolezza che ogni incontro ha qualcosa da insegnare, il trombettista torinese ha scelto la Musica come mezzo per raccontare la propria storia umana ed artistica, oltre che per condividere sé stesso, tanto con i suoi compagni di palco quanto con il proprio pubblico, sempre più vasto e fedele.