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Concerto

I Classici Flut…tuanti: Como Flute Ensemble in concerto

Sabato 7 giugno 2025 – 17:00

Auditorium del Conservatorio di Como

Biglietti


Il prossimo 7 giugno alle ore 17 presso l’Auditorium di Como si terrà il concerto del Como Flute Ensemble.

 

Programma

W.A.Mozart, Ouverture da Le nozze di Figaro

J.B. de Boismortier, Quintetto op.15

Mendelssohn, Scherzo da Sogno di una notte di mezza estate

G.Bizet, Preludio, Aragonaise, La garde montante, dall’opera Carmen

Borne, Fantasia sulla Carmen

G.Bizet, Jeux d’enfants

 

Como Flute Ensemble:

Colombo Alberto, Banfi Alice, Nalesso Beatrice, Dell’ Oro Carola, Polti Elisa, Corti Giulia,  Palomino Lourdes, Ghilotti Lucia, Di Garbo Maddalena, Manoni William, Modenese Matteo e Gervasoni Vittoria. 

L’organico dell’ensemble comprende tutta la famiglia dei flauti, dall’ottavino al flauto basso.

Produzione in collaborazione  con l’associazione ArteBellezza753


Note di Sala

Quando si pensa a un organico musicale l’immaginario collettivo spesso cade su un gruppo eterogeneo che racchiude strumenti di vario tipo e dalle voci molto diverse tra loro. La varietà timbrica è infatti un elemento che arricchisce un brano musicale, ma non sempre risulta indispensabile: già a partire dal periodo barocco i compositori scrivono musica pensata per una formazione composta da strumenti della stessa famiglia, come quella degli archi per esempio.

L’omogeneità timbrica data dall’utilizzo di una sola categoria di strumenti musicali regala una resa sonora unica che ricalca e amplifica le caratteristiche intrinseche dello strumento; nel caso del flauto l’espressività e la dolcezza, ma anche l’agilità, la fluidità e le grandi possibilità virtuosistiche.

Il Como Flute Ensemble ci accompagnerà in un viaggio musicale che attraversa due secoli di storia, dal barocco, al classicismo fino al tardo periodo romantico.

Le nozze di Figaro è un’opera in quattro atti del 1786 composta da W. A. Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte, tratta a sua volta dalla commedia La folle giornata del drammaturgo francese Pierre-Augustin de Beaumarchais. La vicenda inizia quando Figaro e Susanna, prossimi alle nozze, scoprono che il Conte d’Almaviva vuole imporre lo “ius primae noctis”; inizia così una folle giornata in cui si alternano drammaticità, comicità, intrighi e fraintendimenti. Mozart nell’ouverture riesce a racchiudere perfettamente lo spirito dell’opera: fin dalle rapide note iniziali regna la frenesia, contornata da un velato senso di urgenza che non concede respiro neanche nei passaggi più melodici e cantabili, ma mantenendo sempre un’atmosfera allegra e leggera.

Dal periodo classico di Mozart ci spostiamo nel barocco francese di inizio ‘700 con il Concerto n.3 in Re maggiore, estratto dalla raccolta Six Concertos à 5 op.15 del 1727 scritta dal compositore francese J.B. de Boismortier. Il primo movimento, Allegro, è una fuga a quattro voci introdotta da un soggetto molto breve e dal carattere giocoso che si dipana in un raffinato contrappunto, una piccola finestra sullo sfarzo e la regalità della Francia barocca. Il secondo movimento è un Adagio in Si minore dal sapore languido e dall’andamento altalenante, dovuto alla costante presenza nel tema della cellula ritmica croma puntata/semicroma. L’ultimo accordo sospeso sul quinto grado ci introduce all’Allegro finale, una danza in tre quarti in cui le voci dei flauti si alternano tra episodi solistici, contrappunti e unisoni.

Sogno di una notte di mezza estate, commedia shakespeariana tra le più celebri, nel corso dei secoli ha ispirato centinaia di artisti tra musicisti, pittori e scrittori, dando vita a centinaia di versioni e opere derivate. Il compositore tedesco Felix Mendelssohn ne rimase affascinato fin da ragazzo, e quando nel 1826 assistette a una rappresentazione dell’opera decise di comporre immediatamente una Overture ispirata a essa. Molti anni dopo, intorno al 1842, quando il re di Prussia Guglielmo IV gli commissionò le musiche di scena per una rappresentazione della commedia, Mendelssohn rispolverò gli spartiti composti da ragazzo e ispirandosi a quelli diede vita a una delle versioni più celebri di sempre. Lo Scherzo in forma Rondò che conclude il primo atto si apre con un tema vivace e frenetico, perfetto per introdurre le piccole creature fatate che compariranno in seguito.  L’orchestrazione tra archi e fiati risulta estremamente raffinata e bilanciata, e il flauto emerge come protagonista in molti passaggi dal carattere virtuoso. Questo, unito all’andamento del tema tra staccati repentini, ribattuti e rapidi fraseggi, rendono lo Scherzo particolarmente adatto per una trasposizione per ensemble di flauti.

Dalla Germania ci trasferiamo in Francia e più precisamente a Le Vesinét, nella casa dove il compositore Georges Bizet si era rifugiato nel 1871 per sfuggire ai tumulti in corso a Parigi. Qui scrisse Jeux d’enfants op.22, una  raccolta di dodici brani per pianoforte a quattro mani. Come suggerisce il titolo si tratta di composizioni ispirate all’infanzia, ai giochi e agli oggetti tipici di questa età. Le musiche che ne scaturiscono richiamano la leggerezza e la spensieratezza tipiche dei bambini, grazie a temi semplici, allegri ma mai banali. Visto il successo dell’opera, Bizet decise di orchestrare cinque dei temi più celebri che vennero ripubblicati col nome di Petite suite. Proprio partendo da questa versione nasce l’arrangiamento per ensemble di flauti di T. Wye, che comprende quattro titoli: la trottola, la bambola, tromba e tamburo, la palla.

Ma la fama di Bizet rimarrà per sempre legata alla sua opera più celebre, la Carmen, che come accadde per il già citato Sogno di una notte di mezza estate fu fonte di ispirazione per molti musicisti. Uno di questi fu il flautista e compositore François Borne, che raccolse alcuni dei temi più famosi dell’opera unendoli in una suite per flauto solo e pianoforte. Pubblicata nel 1900 col titolo Fantaisie Brillante sur l’opéra Carmen raccolse subito un grande consenso, diventando presto un brano fondamentale del repertorio flautistico. Borne non si limitò a copiare le musiche, ma le modificò aggiungendo variazioni estremamente complesse. Il suo intento infatti era quello di creare una partitura che esaltasse le caratteristiche tecniche del flauto, sfruttandone al massimo le potenzialità liriche, l’estensione e l’agilità.

E quindi, dopo l’omaggio di Borne, sarebbe scortese non concludere il nostro concerto con tre brani tratti proprio dalla Carmen. Nonostante l’insuccesso della prima rappresentazione avvenuta a Parigi il 3 marzo 1875, la storia avvincente e tragica della zingara Carmen, incorniciata dalle musiche meravigliose di Bizet, non poteva passare inosservata, e a oggi è una delle opere più celebri e eseguite al mondo. Il Preludio introduce due temi musicali che saranno dei Leitmotiv ricorrenti all’interno dell’opera: il tema dei toreriil più famoso e conosciuto – è una marcia brillante e coinvolgente che trascina lo spettatore direttamente nella Spagna di primo ottocento. Il secondo, più lento e cantabile ma sempre dal carattere marziale, è il tema di Escamillo, il torero di cui Carmen si innamora suscitando la gelosia del suo ex amante Don José, gelosia che condurrà i due personaggi al tragico finale. L’Aragonaise, il secondo dei tre estratti dell’opera che ascolteremo oggi, si ispira a una danza tradizionale, l’aragonesa, che con il suo andamento allegro e festoso – dal sapore estremamente ispanico – apre l’ultimo atto in estremo contrasto con la sua drammatica conclusione. L’ultimo brano, La gard montante, tratta dal primo atto, viene introdotto da uno squillo di tromba dal carattere militare e severo, ma la marcia giocosa che ne segue rivela lo spirito canzonatorio del brano. Si tratta infatti di un gruppo di bambini che imitano il cambio della guardia, nella piazza dove prenderà il via l’intera vicenda.

Note di sala a cura di Luca Fornasa

 

 

 

 

 

 

 

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