Concerto di Musica da camera
Domenica Domenica 6 aprile 2025 – 17:00
Auditorium di San Fermo della Battaglia
Ingresso libero
Programma
Johannes Brahms (Amburgo 1833 – Vienna 1897) – Trio op. 8
- Francesca Conte, violino
- Riccardo Binda, violoncello
- Anna Ghilotti, pianoforte
Johannes. Brahms (Amburgo 1833 – Vienna 1897) – Trio op. 114
- Anacleto Giandomenico, clarinetto
- Tommaso Losito, violoncello
- Samuele Patanè, pianoforte
Note di Sala a cura di Martina Falletti
Durante il concerto di musica da camera della giornata del 6 aprile, il pubblico avrà l’occasione di ascoltare e mettere a confronto due composizioni per trio di J. Brahms appartenenti a due momenti ben distinti della vita compositiva del musicista ma legate indissolubilmente l’una all’altra.
Il trio Op. 8 per violino, violoncello e pianoforte, la cui prima esecuzione risale al 1855, è uno dei lavori cameristici giovanili più apprezzati dal pubblico. Con l’eccezione di un giovanile Trio disconosciuto dall’autore e pubblicato postumo e lo Scherzo dalla cosiddetta Sonata FAE (una sonata per violino e pianoforte scritta a sei mani; autori degli altri due movimenti erano Robert Schumann e Albert Dietrich), il Trio op. 8 è la prima vera composizione cameristica di Brahms, settore centrale della produzione del maestro amburghese; il brano, infatti, pone le premesse per il successivo sviluppo dell’autore e occupa un posto di rilevanza assoluta nel suo catalogo.
Le vicende di questa composizione si intrecceranno poi negli anni ’90 dell’ Ottocento con il trio Op. 114 per clarinetto, violoncello e pianoforte. Proprio a questo periodo, infatti, risale una revisione musicale del compositore del primo trio che si avrà l’occasione di ascoltare e la composizione con prima esecuzione del secondo.
Il trio Op. 114 vede la luce grazie all’incontro tra Brahms e il celebre clarinettista Richard Mühlfeld ed è segnato da un’atmosfera elegiaca, piuttosto contemplativa, lontana dalle tinte forti del sonatismo che caratterizzano sommamente le opere cameristiche precedenti, il cui maggior esempio è l’op. 101.