Programma
Maurice Ravel (1785-1937)
Cinq mélodies populaires grecques (1904-1906)
I. “Chanson de la mariée”
II. “Là-bas, vers l’église”
III. “Quel galant m’est comparable”
IV. “Chanson des cueilleuses de lentisques”
V. “Tout gai!”
Jean-Michel Damase (1928-2013)
Sonata per flauto e arpa (1964)
Allegro moderato
Andante con moto
Allegro vivo
Adagio – Presto
Henriette Renié (1875-1956)
Pièce symphonique (1907)
Gabriel Fauré (1845-1924)
Fantaisie, op.79 (1898)
Bernard Andrès (1941)
Narthex (2017)
Mattia Magnani, flauto
Laura Colombo, arpa
Note di sala
A cura di Laura Colombo e Mattia Magnani
Le Cinq Mélodies populaires grecques furono scritte da Maurice Ravel fra il 1904 e il 1906, basate su testi e canti popolari greci provenienti da Costantinopoli e dall’isola di Chio. I testi greci originali vennero raccolti dallo scrittore e critico musicale Michel Dimitri Calvacoressi, uno tra i più intimi amici del musicista. Fu proprio Calvacoressi a chiedere a Ravel, nel 1904, di armonizzare queste melodie che dovevano servire a illustrare una conferenza del musicologo Pierre Aubry alla “École des hautes études en sciences sociales” di Parigi. Di queste cinque composizioni, due vennero orchestrate da Ravel stesso (“Chanson de la mariée” e “Tout gai!”), mentre delle altre tre abbiamo una successiva orchestrazione di Manuel Rosenthal, il terzo e ultimo allievo di Ravel.
La Sonata per flauto e arpa venne scritta da Jean-Michel Damase nel 1964 su commissione dal celebre flautista francese Jean-Pierre Rampal, accompagnato durante la prima esecuzione dall’arpista Lily Laskine. Figlio di Micheline Kahn, pianista e arpista nota soprattutto per le prime esecuzioni di varie composizioni di Ravel, Caplet, Vierne e altri ancora, già da giovane diede ampi segni di predisposizione alla musica, sia dal punto di vista strumentale, sia da quello compositivo, con i primissimi suoi lavori risalenti all’età di 9 anni. Ricevette numerosi premi con le sue composizioni, fra cui il Prix de Rome e il Premio di Composizione del Conservatorio di Parigi nel 1947, oltre al Grand Prix della “Société des auteurs et compositeurs dramatiques” e al “Grand Prix de la Ville de Paris” nel 1960 per la totalità dei suoi lavori.
Henriette Renié è una figura di spicco all’interno del mondo arpistico del Novecento. Arpista, didatta e compositrice, è nota per la sua forte personalità e grande intellettualità emotiva che si evince da tutti i suoi lavori. Uno di questi è Pièce symphonique, iniziato a scrivere in occasione del concorso del Conservatorio di Parigi nel 1907. Profondamente colpita dalla morte di uno dei suoi cugini, il brano esce solo sotto forma di marcia funebre. Per questo motivo viene annullata la presentazione al concorso. Il brano è basato su un’epigrafe scritta dalla compositrice stessa: “La pensée des espérances futures, ne détruit pas la douleur, elle la transfigure” (“Il pensiero della speranza futura non distrugge il dolore, lo trasfigura”). L’opera è suddivisa in tre episodi, descritti dall’autrice come: la marcia funebre e il dolore profondo, la negazione del dolore e la rivolta attraverso la quale appare il primo raggio di sollievo, e la trasfigurazione del dolore e il trionfo dell’anima.
La Fantaisie op.79 venne composta da Gabriel Fauré su commissione di Paul Taffanel, al quale venne dedicata, nel 1898 per il “Concours de flute”, un concorso di flauto regolarmente indetto dal Conservatorio di Parigi. Taffanel, dopo aver ereditato la cattedra della classe di flauto nel maggio 1893 da Joseph-Henri Altès, continuò la tradizione del commissionare regolarmente nuove composizioni per il concorso annuale, chiamate appunto “Morceau de Concours”. Joachim Andersen, altro celebre flautista dello stesso periodo al quale venne commissionato il brano nel 1895, ricevette in una lettera datata 5 maggio del medesimo anno le seguenti istruzioni: “Il pezzo deve essere breve: 5 o 6 minuti al massimo. Lascio a voi la scelta della forma, se un Andante seguito da un Allegro o un unico movimento, ma deve contenere i mezzi per mettere alla prova gli esaminandi su questioni di fraseggio, espressione, controllo del tono e virtuosismo […]” Allo stesso modo, Fauré nel comporre la Fantaisie si attenne rigorosamente alle istruzioni e ricevette l’aiuto di Taffanel stesso nella creazione della parte del flauto, ringraziandolo in una lettera del giugno 1898.
Narthex è una composizione di Bernard Andrès scritta nel 1971 e ispirata da un viaggio compiuto con sua moglie Isabelle Perrin, in Borgogna, nelle abbazie di Cluny e Autun. Struttura tipica delle chiese cluniacensi, il nartece (dal latino narthex) precede l’ingresso all’area liturgica e funge da filtro tra interno ed esterno, ospitando catecumeni e penitenti. Partendo da quest’idea simbolica di pentimento e ispirandosi alle raffigurazioni delle due abbazie, Andrès scrive questo brano che è un susseguirsi di scene ben caratterizzate e di ispirazione religiosa e mitologica. “Fuga in Egitto”, “Caino e Abele”, “Danza dei dannati” sono solo alcuni dei titoli che costituiscono questo brano, resi in musica soprattutto grazie all’utilizzo di numerose tecniche estese per entrambi gli strumenti.