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La forza propulsiva della sezione ritmica nella Big BandIl corso prevede cinque incontri da effettuarsi di mercoledì dalle 15.30 alle 17.30
nel periodo che va da marzo a metà maggio circa, possibilmente mantenendo una
cadenza quindicinale.
 Docenti: M° Stefano Dall'Ora e M° Paolo Pasqualin
 
 
 
 Il primo incontro si terrà mercoledì 26 marzo. Le date successive saranno individuate
volta per volta, secondo le disponibilità degli allievi.
 
 Il seminario è rivolto principalmente agli allievi pianisti, contrabbassisti e
percussionisti che già collaborano con la Big Band del Conservatorio, e comunque
ad ogni allievo interessato. Il lavoro verterà innanzitutto sui brani già nel
repertorio della Big Band. Per gli allievi contrabbassisti ancora alle prime armi
con lo strumento è possibile partecipare al seminario suonando il basso elettrico
se in grado.
 
 I temi dei cinque incontri saranno i seguenti:
 
Gli allievi interessati sono pregati di contattare i maestri Dall'Ora (lunedì e giovedì pomeriggio) o Pasqualin (mercoledì e venerdì pomeriggio).Introduzione – Funzione della sezione ritmica nella Big BandCome la ritmica deve mettersi al servizio dell'ensemble.
 Come affrontare gli “obbligati” (specials, passaggi omoritmici o all'unisono, ecc.).
 Diversa interpretazione in base all'epoca di riferimento.
 
 
Analisi della struttura di un branoDifferenziazione delle modalità di accompagnamento nelle varie sezioni dei brani,
in funzione del tipo di arrangiamento e del periodo di riferimento (ad es. C. Basie, W. Herman, G. Evans).
 Passaggio dall'accompagnamento “in due” (half time feel) a quello “in quattro” e viceversa.
 
 
Come “portare” il tempoDiversi modi di suonare sul “beat” (in anticipo, in ritardo, diversi tipi di swing).
 Come devono interagire e completarsi a vicenda basso e batteria.
 Come il pianoforte si inserisce in questo contesto.
 
 
Come sviluppare un modo di suonare che interagisca con i compagni (“interplay”)Imparare ad ascoltare quello che succede attorno mentre si suona.
 Imparare a reagire prontamente agli stimoli musicali dei compagni.
 Imparare a proporre a propria volta nuovi elementi senza snaturare il contesto in cui si suona.
 
 
La “personalità” del trioIntroduzione alla dimensione del trio jazz.
 Riferimenti a importanti trii jazz passati e presenti (ad es. B. Evans, K. Jarret, B. Mehldau).
 Come iniziare a sviluppare un linguaggio proprio.
 
 
 
 Per informazioni rivolgersi presso la Segreteria del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Como.
 
 
 
 
Pagina archiviata il 03-11-2003
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